260 milioni per promuovere il Made in Italy nel mondo

Valorizzare l’immagine del Made in Italy nel mondo, ampliare il numero delle imprese, in particolare le Pmi, che operano sul mercato globale trasformando le aziende potenzialmente esportatrici in esportatrici abituali, espandere le quote italiane del commercio internazionale che hanno visto la bilancia commerciale chiudersi l’anno scorso con un avanzo record di 42,9 miliardi di euro (il miglior risultato in Europa dopo la Germania). Nonché sostenere le iniziative di attrazione degli investimenti esteri in Italia.

Questi i principali obiettivi del Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia per il quale il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha firmato il decreto attuativo che prevede lo stanziamento di 260 milioni di euro

In particolare, il Piano intende incrementare il volume dell’export, espandendo la presenza internazionale, soprattutto nei Paesi in cui il potenziale è maggiore. L’obiettivo è quello di incrementare i flussi di export di beni e servizi di circa 50 miliardi di euro entro il triennio. Cogliere le opportunità legate alla crescita della domanda globale e all’incremento della classe media nei mercati emergenti, sempre più orientata verso modelli di consumo più vicini al modello di specializzazione produttiva dell’export italiano.

Per quanto riguarda le iniziative di supporto alle Pmi, il Piano intende potenziare i grandi eventi fieristici nazionali, per valorizzarne sia la funzione di vetrina del Made in Italy sia l’efficacia nella finalizzazione di business, e sostenere l’ingresso dei prodotti italiani senza brand internazionale. Prevede inoltre un strategia d’attacco per i mercati prioritari con una campagna intensiva di sensibilizzazione e di advertising tramite i media tradizionali e quelli più innovativi (social network e blog). Sono poi previsti roadshow per contribuire, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali e le Camere di commercio, alla conoscenza degli strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione, anche predisponendo specifici percorsi formativi per stimolare le capacità d’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese con particolare attenzione a quelle che, potenzialmente idonee, non hanno ancora affrontato la competizione internazionale; formazione e utilizzo di Temporary Export Manager per favorire l’acquisizione di competenze manageriali internazionali da parte delle Pmi; supporto all’ e-commerce per favorire l’accesso alle piattaforme digitali e promuovere il commercio elettronico quale nuovo canale di penetrazione commerciale.

Nel triennio 2015 – 2017 le attività saranno concentrate nei seguenti Paesi focus, verso cui  s’indirizzeranno prevalentemente le missioni istituzionali ed imprenditoriali: USA e Canada, con interventi destinati alle aree provinciali più dinamiche, in cui finora le azioni promozionali sono state meno estese e meno incisive, in considerazione delle potenzialità di allargamento delle nostre quote di mercato; Cina, quale mercato con una crescita molto dinamica; Giappone, nazione con la quale l’Italia ha da molti anni solide relazioni economiche; i Paesi del Golfo in quanto economie che hanno subito minori contraccolpi della crisi economica mondiale; i Paesi dell’ Africa sub sahariana (Congo, Etiopia, Mozambico, Angola) e dell’Asia centrale (Azerbaijan, Kazakistan) per il loro valore strategico e per gli interessanti progetti infrastrutturali varati dai rispettivi Governi; Paesi dell’Alleanza del Pacifico (Messico, Colombia, Perù e Cile) dove si svolgeranno le prossime missioni istituzionali; Cuba, per le recente apertura ai commerci internazionali; il sud est asiatico (Vietnam, Malesia e Indonesia), in vista della costante espansione dei loro mercati.

 

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